Inaugurazione mostra, 13 Novembre 21, dalle 17 alle 20
L’artista designer Giovanni Santi Sircana espone le sue ultime creazioni reinterpretando la propria opera del 1968 con nuovi materiali e un nuovo concetto spaziale esplorando la mutevolezza di geometrie fluide in equilibrio tra forme, luci, ombre e dettagli cromatici.
L’evento è accompagnato dalle musiche jazz del “Roberto Gorgazzini Trio” e da un aperitivo a base di prodotti locali gestito da Trentino Catering.
Per garantire la sicurezza la prenotazione è obbligatoria. All’ingresso sarà richiesto greenpass in corso di validità e temperatura inferiore a 37,5°
Giovanni Santi Sircana, nato a Milano nel 1941, vive e lavora a Brescia.
Cresciuto nella grande casa materna, ha trascorso l’infanzia accompagnato da un universo di oggetti senza tempo con significati sepolti nel passato, affascinanti e segreti, accatastati e dimenticati nella lunga memoria di quella casa misteriosa.
L’esperienza elementare, guidata da un maestro eclettico e atipico, è stata proiettata allo sviluppo degli aspetti pratico creativi della conoscenza. A questi primi anni, dominati dall’esperienza empirica, sono seguiti gli studi classici e poi di giurisprudenza.
In gioventù, l’immersione nelle acque primordiali di Flos pone le basi del suo sviluppo professionale.
Pochi anni più tardi dall’incontro con Bruno Munari nasce una collaborazione che culmina con le esperienze artistiche del gruppo SINCRON e apre un periodo di mostre collettive e personali in giro per il mondo (San Paolo, Parigi, Zurigo, Nuova dehli…)
La sua produzione artistica eclettica e orientata ad una meticolosa cura del dettaglio ha esplorato pittura, scultura, gioielleria, stampa e design con un linguaggio sempre astratto e concettuale; fino all’esposizione “Situazione in campo cromatico totale a colori complementari” nel 1981 al Museo d’arte Moderna di Parigi e a Palazzo dei Diamanti di Ferrara
L’esplorazione del mondo del design risale agli anni ’70 con la progettazione di una serie di tavoli e letti modulari, ma è con gli anni ’80 che questo nuovo linguaggio prende il sopravvento spingendolo a misurarsi con limiti e opportunità di produzioni industriali su larga scala.
L’approccio al progetto mutua il modus operandi dall’esperienza artistica e mantiene un forte rapporto simbiotico ed emozionale con i suoi lavori: oggeti non semplicemente disegnati, ma direttamente tradotti in modelli, masse, colori e forme.